Presentato oggi in conferenza stampa “Phon’o’meter”, lo strumento messo a punto dal Ser.D. dell’Asl CN1, in collaborazione con l’ACAT di Cuneo presieduto da Marco Rosano, e il coinvolgimento di numerosi servizi ospedalieri e distrettuali. Lo scopo è quello di fornire agli adulti, genitori e insegnanti, indicazioni per comprendere i rischi derivanti dall’utilizzo del digitale, in particolare dallo smartphone, che è il device di elezione nell’utilizzazione dei social o di
piattaforme come youtube o spotify e in molte famiglie è l’unico strumento tecnologico esistente, nonché spesso il primo con cui vengono a contatto i bambini.
“La problematica - spiega Alberto Arnaudo, già responsabile Ser.D. dell’Asl e oggi vice presidente Acat - è emersa con forza nel corso di un incontro tenutosi nei primi mesi del 2024 tra i pediatri di libera scelta del distretto Sud Ovest per discutere sull’abuso di alcol tra i giovani”. Poi il discorso è scivolato sul tema dell’uso eccessivo del digitale fra i ragazzi.
Il lavoro è stato agevolato da “una comunità cuneese sana”, come spiega Brunella Giordanengo, psicologa, responsabile della struttura semplice trattamento dipendenze comportamentali nell’ambito del dipartimento Dipendenze patologiche. ”Il cuore pulsante sono i pediatri cui affidiamo quanto abbiamo di più caro, i nostri figli. Insieme a loro, abbiamo coinvolto gradualmente molti altri servizi: Consultori, Neuropsichiatria infantile, dipartimento di Salute Mentale, ospedali, promozione della salute”.
Paola Vivalda rappresenta i pediatri di libera scelta per il Distretto Cuneese: “Siamo in prima linea nel processo di sensibilizzazione e abbiamo già coinvolto anche i colleghi di tutta l’Asl.” I pediatri e il servizio di Consultorio intercettano le mamme e i futuri genitori dal periodo della gravidanza fino al momento della consegna dell’agenda di salute. “Ci sono i corsi pre parto, gli incontri successivi con nonni e genitori per arrivare a tutta la comunità educante”, come sottolineano la coordinatrice del Consultori familiari dell’Asl Lorella Flego e la collega Michela Gandolfo.
L’opuscolo formato tascabile in distribuzione da questi giorni presenta una grafica accattivante, istruzioni per l’uso del digitale quando in casa ci sono bambini e una parte suddivisa in sei aree (le illustra Viola Dalmasso) che consente all’utente di capire dove si colloca il suo livello di rischio: è possibile valutare i contenuti cui si accede, il tempo trascorso sul cellulare (al di là dell’uso per lavoro), i luoghi nei quali viene utilizzato, l’aspetto di relazione, i contenuti e le modalità di utilizzo quando si è in compagnia di figli, nipoti o allievi.
In sostanza, “occorre passare da un uso passivo ad uno attivo” dello smartphone, come sottolinea la neuropsichiatra infantile Maria Chiara Giraudo. Mentre la psicologa del DSM Daniela Massimo rimarca la frequentazione notturna dello strumento e i problemi di ansia che ne derivano ed auspica si giunge ad “una cultura di saggezza digitale”.
Soddisfatta la Direzione Generale dell’Asl, rappresentata dal direttore sanitario Monica Rebora: “Mi sembra importante coinvolgere tutti i soggetti, come è stato fatto, e allargare l’esperienza, molto interessante, a tutta l’Asl e, dopo Cuneo, anche alle Pediatrie degli ospedali di Savigliano e Mondovì. L’uso eccessivo dello smartphone tra i ragazzi e le ragazze, e dei social media in generale, è un tema che sta preoccupando molto. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha rilevato un forte aumento dell'uso problematico dei social media tra gli adolescenti, con tassi in crescita negli ultimi anni. Il lavoro condotto ha dunque lo scopo di contenere un fenomeno che
preoccupa. Sarà anche importante, e invito a farlo, valutare la ricaduta del progetto.”